mercoledì 17 aprile 2024
05.10.2012 - REDAZIONE

Ventimiglia: il San Giuseppe perduto...e ritrovato.

Una buona notizia, come giustamente la definisce lui, quella che gira al nostro giornale Sergio Pallanca (animatore di tante associazioni culturali ponentine). Le foto sono lì a testimoniare la bellezza di un quadro che verrà portato a "nuova" vita dal restauro.

Nel dopoguerra con il progressivo degrado e lo scempio della Chiesa di San Francesco ad opera di  amministrazioni insensibili, cieche ed ottuse, tutti gli arredi, i mobili, l’imponente organo chiuso da due bellissime portelle decorate, le statue, gli stucchi  andarono dispersi, rovinati e depredati, così anche la magnifica quadreria che abbelliva le cappelle laterali e l’altar maggiore, nulla si salvò se non una documentazione fotografica del prof. Nino Lamboglia che, in pieno periodo bellico, tutto fotografò temendo che la chiesa fosse bombardata o saccheggiata.

La chiesa si salvò dai bombardamenti e dal saccheggio delle truppe di occupazione, non dal degrado e dall’incuria. Per oltre sessanta anni si sono perse le tracce dei grandi, magnifici dipinti seicenteschi di San Francesco misteriosamente “scomparsi”. Alcuni mesi fa, del tutto casualmente, è ricomparso un grande dipinto, due metri per tre, una tela ad olio raffigurante il “Transito di San Giuseppe”, cioè il “passaggio” di San Giuseppe dalla Vita Terrena alla Vita Eterna.

Nel quadro San Giuseppe è raffigurato morente in un giaciglio, contornato sulla sinistra dalla Vergine affiancata da una pia donna ( Santa Marta?), sulla destra da Gesù alle cui spalle è raffigurato una figura alata, un soldato con corazza (San Michele Arcangelo, l’arcangelo che pesa le anime dei morti?)) In primo piano, di spalle, due angioletti che offrono rispettivamente una coppa di vino alla Vergine e un piatto con del pane a San Giuseppe, simbolo evidente dell’Eucarestia. In alto una coro di angioletti che reggono corone di fiori. Ai piedi del giaciglio un gatto acciambellato.Chi scrive ritiene che in “Transito di San Giuseppe”, della seconda metà del XVII secolo, sia stato commissionato dalla Confraternita degli Agonizzanti che nel 1682, per merito del Vescovo Mauro Promontorio fondò una cappella nella chiesa dei P.P. Minori Osservanti di San Francesco dedicata a San Giuseppe.

La Compagnia, Confraternita degli Agonizzanti era dedicata all’assistenza dei moribondi e San Giuseppe, appunto, è il Protettore, Patrono dei moribondi, della buona morte. Il quadro, non si sa quando né perché, è stato sezionato, forse per venderlo smembrato,  si trova in un grave stato di degrado, è molto sporco, in alcuni punti manca il colore, tuttavia, e questa è un’altra buona notizia, la Commissione Straordinaria, la chiesa di San Francesco è di proprietà del Comune di Ventimiglia e, quindi, anche il quadro, ha dato incarico alla restauratrice ventimigliese Elisabetta Piccioni di eseguire il difficile, lungo restauro, la Sovrintendenza ai Beni Artistici e Demoetnoantropologici ha già espresso parere favorevole per l’intervento e per l’esecuzione dei lavori.

L’esperta Elisabetta Piccioni al più presto metterà in sicurezza il dipinto e a carico di diverse associazioni culturali inizierà la campagna raccolta fondi per poter portare a termine il delicato restauro che restituirà ai Ventimigliesi e agli amanti del Bello un’opera che ormai si temeva irrimediabilmente perduta e che, ci auguriamo, tornerà al più presto all’antica bellezza e nella sua sede originaria.

Sergio Pallanca

 

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