giovedì 28 marzo 2024
12.05.2012 - Donatella Lauria

Ventimiglia: dal 1 luglio chiude la storica dogana

E' ufficiale. La dogana di Ventimiglia chiude. Per sempre. Dal 1 luglio la storica frontiera situata all’autoporto abbassa le saracinesche. E la motivazione vera e propria ancora non si conosce. Se la chiede rammaricato anche l’ex sindaco Gaetano Scullino che tanto ha fatto nel corso della sua Amministrazione per evitare che ciò accadesse.”E’ una vergogna – commenta – una vera vergogna. I responsabili regionali e provinciali avevano già in mano le pratiche e il contratto di affitto che i 12 spedizionieri e 3 imprenditori avevano loro garantito pur di salvare il grosso stabile doganale. Avevano fatto di tutto. Addirittura si eravamo impegnati a occuparsi dei lavori di restauro, manutenzione e pulizia degli edifici in questione. Il Ministero delle Finanze non doveva pensare a niente e neppure tirare fuori una lira. E’ un’azione infondata, una vera e propria presa per i fondelli. Con la chiusura di questa dogana cosa risolve il Ministero delle Finanze? Va a risparmiare? No, perché il personale che sarà trasferito  lo paga ugualmente anche a Sanremo e a Ventimiglia in ogni caso non ci sarebbe nessun costo di gestione o di affitto dei locali, perché, come ribadito, sarebbero pagati dagli spedizionieri secondo l’antico accordo”.

Insomma un dispetto? Un atto inspiegabile? Un ultimo colpo basso ad una città che è già piegata dagli ultimi eventi? “E’ un fatto grave e indecente – prosegue Scullino – immaginiamoci la dogana a Sanremo, in zona porto. Quali gravi disagi legati al traffico graveranno sulla città e sui camionisti? Centinaia di camion che devono sbrigare le faccende doganali costretti ad uscire dall’autostrada e percorrere tutto il centro cittadino con il caos di una città come quella dei fiori. Ma nessuno se ne rende conto?”

Per cercare di risolvere la questione di recente il Commissario di Ventimiglia Giovanni Bruno, si era già recato più volte a Roma allo scopo di salvaguardare il presidio ventimigliese ed almeno una cinquantina di posti di lavoro. Bruno, in qualità di rappresentante dello Stato, ovviamente, non può contrastare l’autonoma decisione di un altro organo statale. Ma con una serie di interventi che gli sono stati riconosciuti da tutti, in primo luogo dagli spedizionieri, aveva cercato  un proficuo tentativo di mediazione. Con l’obiettivo di rendere le operazioni il meno dolorose possibili, soprattutto dal punto di vista occupazionale. La proposta di Giovanni Bruno, che si è imposto il non facile ruolo di trait d’union tra dogane centrali e spedizionieri, in sostanza è stata quella di predisporre un documento ed una relazione comune.

Tutto si è rivelato inutile.

La prima mazzata per le dogane ventimigliesi era già arrivata nel 1992, quando con il trattato di Maastrick e l’apertura delle frontiere alle merci, sono venuti meno gli obblighi di dogana per le merci comunitarie. Ma alcuni spedizionieri hanno resistito, complici una serie di controlli ( ad esempio su tutte le merci provenienti dai paesi non Ue) e di incombenze superstiti. Le quali ovviamente, con la chiusura della dogana, rischiano ora di essere concentrate su Sanremo e Imperia.

 


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